Storia

Venezia, Chiesa di Santa Maria del Rosario Francesco Tironi (Venezia 1745-1798) attr. Olio su tela

Alle Zattere, in contrada sant’Agnese, si stabilirono nel 1397 alcuni religiosi laici per costituirvi la Compagnia dei Poveri Gesuati e costruire una piccola chiesa dedicata alla Visitazione di Maria. In seguito al Concilio di Trento, l’Ordine perse di significato e nel 1668 fu soppresso. Subentrarono i Domenicani che ben presto si accorsero che la piccola chiesa dei Gesuati era insufficiente ad accogliere i pellegrini e i fedeli.

Ne venne quindi edificata una nuova dedicata a Santa Maria del Rosario, senza sacrificare la piccola chiesetta della Visitazione – ancor oggi visibile – che sorgeva lì accanto. La nuova chiesa, detta ugualmente dei Gesuati, sorse grazie al contributo di tre grandi artisti veneziani del Settecento: l’architetto Giorgio Massari, lo scultore Giovanni Maria Morlaiter ed il pittore Giambattista Tiepolo che portò a compimento, negli splendidi affreschi del soffitto, il piano iconografico dettato dai Domenicani e imperniato sul tema del Rosario.

Il risultato, come si può ben vedere, fu di grande coerenza artistica e spirituale. Progettando la chiesa il Massari si trovò ad affrontare, seppur virtualmente, un grande avversario: Andrea Palladio. Proprio di fronte alla chiesa dei Gesuati si trovano, infatti, San Giorgio Maggiore, le Zitelle e il Redentore, tutte opere insigni dell’architetto cinquecentesco, al cui lavoro il Massari dovette dunque ispirarsi creando una chiesa che con le grandi semicolonne corinzie, che scandiscono la facciata, ed il timpano triangolare, che ne corona la sommità, fosse la continuazione scenografica dell’opera palladiana.

Il tema del Rosario, particolarmente caro ai Domenicani, trionfa nel soffitto della chiesa completato da Giambattista Tiepolo tra il 1738 e il 1739. Nello scomparto più vicino all’altare maggiore è raffigurata l’Apparizione della Vergine a San Domenico, in quello centrale si può ammirare, invece, l’Istituzione del Rosario e nell’ultimo, più vicino alla controfacciata, vi è la Gloria di San Domenico. Oltre che in questi affreschi, Giambattista Tiepolo ci lascia testimonianza della sua opera anche nei numerosi monocromi del soffitto e nella bella e raffinata pala, posta nella prima cappella a destra, che rappresenta Rosa da Lima, Agnese da Montepulciano e Caterina da Siena.

Contemporaneamente a Giambattista Tiepolo lavorò ai Gesuati il suo maggior rivale, Giambattista Piazzetta, il quale produsse per questa chiesa la piccola tela raffigurante San Domenico collocata nella seconda cappella a destra e una delle opere legate al suo periodo migliore, denotato da una particolare luminosità del colore: si tratta della pala con la Visione dei santi Lodovico Bertrando, Vincenzo Ferreri e Giacinto che è collocata nella terza cappella, sempre su lato destro.

Oltrepassato il presbiterio, sul lato sinistro si può ammirare una tela di Jacopo Tintoretto raffigurante la Crocifissione, mentre proseguendo verso la controfacciata, nella cappella dedicata alla Madonna del Rosario, è collocata la statua marmorea della Vergine, opera dello scultore neoclassico Antonio Bosa. Nella cappella successiva trova posto una delle ultime pale dipinte da Sebastiano Ricci in cui sono rappresentati San Pio V, San Tommaso e San Pietro Martire. Si possono inoltre ammirare, collocate in vari punti all’interno della chiesa, diverse sculture opera di Giovanni Maria Morlaiter.